Biografia di un progetto tra Luci, Ombre e dolci Ricordi:

Ho dedicato questa pagina ad uno scopo conoscitivo progettandola per raccontare alcuni eventi, narrazione che racchiude un po’ di me, ho scelto un approccio un po’ letterale al fine di presentarmi, tutto con l’obbiettivo di introdurre un mio progetto .

il: UnyversityProject.eu

+ Curiosità…

le prossime immagini in questa pagina saranno per lo più in bianco nero, è una scelta tecnica e poetica data la narrazione di ricordi ed eventi passati, tale stile consente di amalgamare varie immagini e grafiche che altrimenti distrarrebbero dallo scopo narrativo ed emozionale, buona lettura!

Risuona
il quieto mio ricordo. . .

Ricordi di un familiare frastuono in una fredda serata d’inverno

Ogni cosa da piccoli sembra molto più grande, ho avuto sempre questa sensazione, finché una volta alcuni anni dopo, ed alcuni anni fa, da ragazzo, sorridendo mi sono accorto che a me faceva veramente questo strano scherzo, è il confine della memoria di un bimbo che si incontra con la realtà, e sai?…Ancora oggi nostalgicamente ricordo attimi come quelli, dove la mia immaginazione prendeva il volo, vedevo in quel bar del mio caro nonno un locale immenso, vivevamo lì; circondati da un pezzetto di campagna Toscana. Quante volte nelle fredde sere d’Inverno fuggivo e mi rifugiavo nei sogni, io ero troppo piccolo, i grandi non li capivo molto, sì, alcuni erano quasi familiari, amici oserei dire, eppure altri erano invece spesso a bere a schernirsi e a litigare per una partita a carte, a lamentarsi di questo e di quello… ma ora seguimi un poco, trasportati lì indietro nel tempo con me per un piccolo attimo… ascolta…Senti! “Sbam! Sfrshhh! si è appena rotto un bicchiere, si è acceso quel frastuono, ed implacabile, tra urli e scherni “… era li che mi allontanavo, così fuggivo nella mia immaginazione trasformando oggetti comuni in personaggi e mondi fantastici. Ecco! così bellissimi attimi sereni!… Un semplice prato che diventava una giungla, una scatola di cartone che si trasformava in castello ed una piccola siepe che diventava una fortezza inespugnabile. Bellissimo! Forse era questo il potere dell’immaginazione, potentissima nel trasportarmi in un avvincente mondo di avventura e di esplorazione, lì ero meravigliosamente spinto a vedere un potenziale nascosto in ogni cosa, a trovare la magia nell’ordinario trasformandolo in straordinario, e a sognare! Sognare trasportato ai limiti della realtà, fino a perdermi in attimi o per ore, laggiù, immerso nella mia introspezione, in un mondo creato di gioco e fantasia , lì il tempo si fermava, ogni spazio si dilatava ed ogni confine svaniva, tutto l’infinito abbracciato con la mente e il cuore di un bambino.

Da piccolo era lì, in quel posticino tutto mio che mi rifugiavo e trovavo ristoro nei primi otto anni della mia vita.

A già! Mi presento, mi chiamo Puccetti Nicola, ad oggi che scrivo, sono uno studente Universitario di Scienze Informatiche, quarantenne, e sì, sono ancora un po’ sognatore.

Risuona
il quieto mio ricordo
che assai a me rincuora
e pur chiassoso pare
nel muto fiorir del vento


Puccetti Nicola
questa immagine di fantasia simboleggia e rappresenta
nell’immaginario lo stato d’animo durante il ricordo
da cui ho scritto la piccola poesia “Risuona il quieto mio ricordo”
maggio 19.05.2024
Poesia Risuona: + Info …

Ho scritto questa piccola poesia a verso libero durante i primi passi in questo progetto , l’ho scritta al volo e raccolto le emozioni del momento sperando di trasmetterle al lettore, è quasi strano quando le parole assumono una forma nei pensieri, e nello scriverle e poi rileggerle, davvero, l’immaginazione ricrea uno stato d’animo ed un immagine a cui associarlo a poco a poco sempre più nitida.

Salutando mio Nonno dal profondo del cuore…ovunque tu sia, ti voglio bene

L’aspro sapore della maggiore età

Da ragazzi crescendo si spera sempre di arrivare alla maggiore età, da piccoli appare un traguardo di sola vittoria, anche io lo ho pensato, bramato e raggiunto; oggi sorrido se ci penso, e quel ricordo per me naviga a cavallo tra un mare di gioia ed uno mosso, sì, colmo di tristezza e rammarico che hanno montato un muro di sabbia sul mio percorso, uno dei tanti, a dire il vero, che mi sono trovato a scavalcare con affanno.

arrivato alla maggiore età ero ancora al terzo anno della scuola superiore, in quegli anni frequentavo l’istituto agrario ed ero stato ripetente del secondo, anche quell’anno scolastico non era dei migliori, facevo troppa cricca (dicevano i miei, sapevo anch’io) presi così una decisione, quella di interrompere l’anno scolastico ed inscrivermi presso un altro istituto, nel frattempo avevo ricevuto una lettera, era la chiamata alla visita per il servizio di leva obbligatorio, in quegli anni era ancora in auge, e quando andai ad inscrivermi all’altro istituto fui rifiutato, ho sempre un po’ pensato anche a causa di quella lettera, poiché da me lì citata, o forse solo da un preconcetto, ma mai ne ho avuto concreta certezza; ad ogni modo…”non possiamo inscriverti” così in sintesi mi disse Lei, una cortese signora che oggi probabilmente avrà ottanta anni o più, fu per me uno schiaffo morale come mai avevo preso prima, così ferito da nascondere l’accaduto a denti stretti celandolo dietro un boato di rabbia, sbottando ribelle, mentre dicevo ai miei che avevo smesso di studiare, che volevo smettere di studiare. oggi un po’ mi allieto pure pensando a quel me così più giovane, eppure lì fui un piccolo bugiardo orgoglioso tanto che ancora oggi nel ripensarci riaffiora quel sapore amaro in bocca, come di scorza e di pompelmo (sì ,lo descriverei così come una amara medicina).

Mio nonno in quel periodo non stava molto bene, erano anni che la malattia lo aveva debilitato e reso infermo, era stato un periodo in cui gli avevo dedicato quasi tutto il mio tempo, gli volevo un mare di bene. Non avevo idea che lo avrei salutato di li a poco, che non lo avrei mai più rivisto, che avrei sofferto così tanto nell’apprendere della sua scomparsa…

Arrivò quel giorno, Quel giorno montai sul treno e andando a visita, non ho più rivisto il suo sorriso ne rasato la sua barba, ne preso uno di quei pugni leggeri e garbati che mi dava sulla spalla o sul petto, erano pugni amichevoli, quelli di un nonno, per lo più di pregiata complicità, eravamo nonno e nipote e fuori da qualche screzio o piccolo contrasto, dovuto all’età, eravamo affiatati, lo eravamo sempre stati e lo eravamo davvero.

La maggiore età vissuta: + Info…

Ovviamente seppur con alcune ombre, la maggiore età ha avuto anche molti aspetti positivi ed è stato un bellissimo traguardo come quasi per tutti gli adulti; ha dato tra le altre cose la possibilità di accesso al voto , una certa indipendenza decisionale, un buona festa tra amici, non eravamo moltissimi quella sera ma facemmo una bellissima Pizzata!

alcune discrete serate in discoteca, e la nuova conoscenza di bellissime ragazze e ragazzi, amici e amiche. La mia prima Auto, anche se questa, a distanze di alcuni mesi…e qualche altra simpatica peripezia

mi sentii così: perso e solo come un ragazzo, scosso oltre ogni modo

e giunse la telefonata…

Ricordo quel giorno , il primo giorno della visita per l’idoneità al servizio di leva, ero giunto a Firenze in treno, mi sentivo un po’ titubante, incerto ed un poco a disagio, sapevo già che mio nonno era ricoverato in ospedale, nell’ultimo periodo la sua salute era peggiorata tantissimo, avevo però una scintilla dentro, sì, avevo ancora in mente la fierezza del suo sguardo e sentivo ancora la sua mano stringermi il braccio con fermezza e affetto in quel giorno passato, quello in cui avevo consegnato la domanda per l’arruolamento volontario nell’Arma dei Carabinieri, era prassi farlo per chi voleva provare a proporsi oltre il servizio di fanteria, era prassi farlo in anticipo in vista dell’arruolamento che comunque sarebbe avvenuto negli anni successivi; ad ogni modo ero lì, era successo così più presto del previsto, preoccupato e fiero di esserci allo stesso tempo. Già, in piedi con me stesso davanti a quel portone così massiccio e marrone scuro… suonai, e varcai l’ingresso.

Passò non molto tempo quella mattina prima che un signore in divisa mi chiamasse in disparte, con una calma ed una fermezza di cui gli sarò sempre riconoscente, mi porse il suo lato umano nel darmi la brutta notizia, mio nonno era morto quel giorno, il suo modo così garbato e affine, fu l’unica cosa che mi trattenne dall’esplodere in un pianto incontrollabile, così fu, almeno lì sul momento; in un attimo mi era calato addosso tutto il peso del mondo, avevo perso una persona a me così tanto cara e di li a breve sapevo avrei avuto necessità di mantenere mia madre che al quel tempo non lavorava, ed io? ed io non avevo ancora un lavoro e i pensieri mi andavano ovunque, la testa lavorava a mille tra pensieri, preoccupazioni e le loro soluzioni. Gentilmente nel frattempo mi dettero un po’ di spazio per sistemare le questioni familiari, non ricordo se un giorno o più con esattezza perché in quei giorni ero veramente sconvolto.

Tornai e fui arruolato.

Nonno
ho avuto un giorno
una chiamata e son partito
lasciandoti con il sorriso,
e su quel treno pensieroso
stavo, preso e trascinato,
immerso e perso, assorto
in quel saluto così sospeso

ho avuto un giorno
una chiamata e son partito
avvisato, alla deriva e infranto
come un vascello orfano
sugli scogli del rimpianto,
nel cuore quell'ultimo saluto
ed il diluvio di un burrascoso
pianto, mio e solo,
un silenzioso grido.

Puccetti Nicola

questa immagine di fantasia simboleggia l’attimo introspettivo
volto a cercare mio nonno, cercandolo in me in ciò che mi ha lasciato
raffigura lo stato d’animo durante il ricordo
da cui ho scritto la piccola poesia ” Nonno ho avuto un giorno ”
scritta nel 2023

finalmente ero così: giovanissimo, pagato, stanco ma soddisfatto

L’attesa…

passò in quel modo un periodo di circa un anno, fu un anno intenso di tentativi, colloqui a vuoto e tanto tanto sudore, in parte di libertà e in parte di sacrifici e mancanze, tutto per preparare quanto potesse bastare, e già… ad assicurare la copertura delle spese di casa e di cibo a mia madre, anche lei aveva in quel periodo dei problemi di salute, e mia nonna ansiana e pensionata si era dovuta persino assentare, la piccola attività familiare di bar alimentari e tabacchi, sì, quella che avevamo avuto e che eravamo stati costretti a cessare per cause di forza maggiore, ci aveva lasciato in grado di sopravvivere senza sfarzi ne lussi ma fino a poco prima, forse fino ad oggi in pochi sanno quello che abbiamo veramente passato, la paura di non poter mangiare due giorni dopo, le cene o i pranzi fatti di pasta in bianco condita con olio di oliva, le colazioni fatte con ceci o fagioli perché quelli avevamo e non potevamo comprare biscotti, la vergogna provata e l’impotenza percepita nel vedersi riempire il frigo di carne dalle zie, parenti consci in parte dei nostri problemi, e stato un periodo duro in cui alle volte a sera crollavo letteralmente sul divano o sulla vecchia poltrona, privo di sensi assopito e stravolto dalla stanchezza.

é passato.

Felice e provato dal proprio lavoro, è una strana sensazione quella che si prova le prime volte, è un mix di sentimenti e sensazioni tra stanchezza indecisione soddisfazione e senso di indipendenza

e poi, e poi…

è arrivato anche l’Amore. Bellissimo dirompente e coinvolgente .

L’attesa: + Info…

é in questo periodo che ho conosciuto la mia compagna, il nostro rapporto si è evoluto nel tempo, l’amore si è fatto man mano più forte e più conciso, ed anche il modo di viverlo, è capitato proprio nei pochi mesi prima della partenza per il servizio militare, è avvenuto un po’ per caso in una discoteca aperta anche la domenica pomeriggio, forse un po’ inusuale, almeno qui; eravamo a ridosso della primavera ed era una meta a cui avevamo dato un po’ di attenzione, e proprio nell’attesa delle domeniche di mare che già sapevo quell’anno mi sarei goduto poco; e un po’ come per tutti quelli che hanno vissuto nuovi amori la lontananza un po’ forzata per il servizio obbligatorio è stata frutto di una prova di fiducia ed amore, di attesa anch’essa… e di lunghissime lunghissime telefonate… e poi di gioia nell’incrociare di nuovo gli sguardi e nel potersi baciare ancora felici in un abbraccio.

Il lieve piacere

nel primo chiarore dell'alba
pungente è una brezza leggera,
si ode in lontananza solista
il canto di un merlo

Puccetti Nicola
questa immagine di fantasia simboleggia il piacevole momento
all’albeggiare del sole e del sentir canticchiare un merlo
immaginandosi la dolce brezza fresca del mattino
scritta nel 2023

Un mare di stelle in un mare infinito, brillante e creativo

La Divisa…come seconda pelle

arrivò anche il giorno della partenza, in Giugno, tre mesi di addestramento in un piccolo paesino, vicino a Torino,

Iniziai in quel settembre il servizio attivo e quella divisa è stata la mia seconda pelle, non credo di averla mai tolta del tutto…ho visto lati della società da punti di vista diversi, mentirei se non dicessi che mi ha temprato, mentirei se non dicessi che le persone che sono state per me colleghi sono stati quasi una famiglia, gli voglio ancora bene e loro di certo lo sanno. Un gruppo eterogeneo affiatato, meravigliosi.

E’ stata una delle esperienze più coinvolgenti ed appaganti della mia vita, non facile ammetto, ma costruttiva e fondamentale per i legami di amicizia che provo ancora. per avermi mostrato tutti gli aspetti di un lavoro difficile e tutti i volti più controversi costituenti di una società variegata di persone e culture diverse, di opinioni diverse, di ruoli e persone che il servizio ti porta ad incontrare mostrando in essi tutte le sfumature tra legalità e illegalità .

idee in fabbrica… o fabbrica di idee

Gli anni della Fabbrica…dal primo approccio ad un altra filosofia

arrivarono presto anche altri venti di cambiamento dovendo tornare alla vita civile, il primo approccio fu quasi traumatico, non perché il lavoro era diverso ma perché l’approccio alle persone e delle persone era diverso, così come i contesti, l’approccio alle situazioni lavorative, le regole si reintegravano e rimescolavano con l’opinione più che con le regole delineate e precise, momenti spesso di valutazione correlata al contesto produttivo.

la pacifica convivenza comunque non tardò ad arrivare, amalgamando le giornate di lavoro sempre più fino a diventare la nuova routine

eccoli così arrivarono gli anni delle fabbriche che da novizio tanto incuriosivano, ogni giorno si imparava qualcosa di nuovo sempre un pochino di più… e poi ancora e poi ancora, turni su turni di notte e giorno a Bisticciare (litigare) con quelle macchine che tanto amavano farci dannare

con l’esperienza arrivò nel tempo una certa monotonia e l’automazione di determinati meccanismi di lavoro di comportamenti, di associazioni inconsce tra suoni e problemi, tra tempi e consumi; quella stranezza che amalgamava i sensi dentro alla fabbrica, e quanti passi abbiamo fatto assieme io e i miei colleghi, e quanti urli e imprecazioni, e quante risate e soddisfazioni… e quante lacrime, e quante delusioni.

Gli anni della fabbrica: + Info:

Ho sempre notato in queste attività uno strano contrasto, potremmo figurativamente paragonarlo ad un tessuto elastico, un insieme organizzativo altamente complesso, e spesso organizzato in modo gerarchico, se si ama il tipo di lavoro e si ha la fortuna di avere un contratto stabile, si ha modo negli anni di veder entrare ed uscire le più disparate persone, vi si parla vi si scherza e poi d’un tratto spariscono in un saluto, è il mondo del precariato che alimenta le attività produttive, il lato amaro del mercato del lavoro, il lato crudo di alcuni stipendi.

Sono stati anni particolari, non esenti da infortuni, se ne sono visti anche di gravi, se ne sono rischiati anche di peggio, eppure in un ambiente così produttivo in qualche modo esiste un lato coinvolgente ed un po’ appassionante, se tutto va come deve andare l’ambiente progredisce, investe, innova, e se se ne colgono le sfumature un poco intriga, se ne osserva il ciclo dalle materie prime al prodotto finito, se ne osserva la gestione dei vari aspetti, dall’approvvigionamento allo stoccaggio, alla logistica al personale, se ne comprende infine in parte alcune dinamiche, così quando ti fermi un attimo per un caffè, lo gusti con la più ampia soddisfazione, e poi riparti.

La Stranezza 
Guardando una piccola formica
viaggiare sola, avvolte è poca
la resa, nell'impressione di quanto
lavoro svolga in vita sua, verità
forse celata dalla disinvoltura
della sua curiosa passeggiata,
in quel suo non saper cosa.

Puccetti Nicola

Il ritorno allo Studio

Giunsi così, rincorrendo le ore tra fabbrica ed altri impegni fino più o meno a circa quattro anni fa (da oggi che scrivo), era proprio poco prima del COVID, ripresi gli studi in un frangente della mia vita di nuovo complicato sotto molti aspetti, decisi così assieme e con l’aiuto di un centro dell’impiego, trovammo questo progetto, la ripresa degli studi, lo considerammo un po’ più a lungo termine, lo definimmo un poco chiarendo i punti e gli interessi e cercammo assieme vari istituti,, e in fine scegliemmo Livorno, fu proprio il centro dell’impiego ad indicarmelo; fu proprio così che ripresi gli studi informatici con tanta curiosità e motivazione, non mi era un settore nuovo, ma non so nemmeno io quante ore ho studiato davvero, un infinità, non mie ero potuto diplomare da ragazzo e rincorrevo quel momento, lo ho affrontato con la voglia e il desiderio di studiare, parlando di emozioni ci ho pianto persino, e più di una volta, è stata un esperienza per me bellissima forse anche perché mi era stata a suo tempo sottratta un po’ dagli eventi; ad ogni modo ho finalmente conquistato il mio primo diploma, è stato un traguardo a quasi 40 anni suonati.

luglio 2023 Diplomato, soddisfazione bellissima.

è qui in questi anni che poi ho pensato alla Laurea ed altri progetti tra cui anche questo. ricordo quelle brevi passeggiate nel piccolo quartiere ed il caffè bevuto al bar, che da mesi ormai non prendevo nemmeno più, è stato un percorso di buono studio ed emotivamente rigenerante.

Meraviglioso,
è il vento un placido sospiro
così che il mare splende ,mosso
e quieto tra il luccicar del sole,
e lì dipinto un vezzoso chiarore
del suo spumeggiare allegro,
e sopra, un cielo immenso.

Puccetti Nicola
questa immagine di fantasia simboleggia la serenità
e il camminare allegro in riva al mare e la soddisfazione
nel trovare quelle piccole oasi donate dal mare in cui a volte
ci si riscopre ancor più vivi
scritta nel 2023
a Livorno + info:

Questa poesia la dedico a Livorno ed ai livornesi a quelli che amano il mare

un sentito Grazie all’istituto scolastico che mi ha ospitato l’ ITIS Galileo Galilei Livorno ed ai professori che ho incontrato strada facendo.

Un “Freddo” Inverno…

Proprio a cavallo dell’anno a fine 2023 altri imprevisti, non legati direttamente a me ma a persone a cui sono molto vicino, hanno creato una nuova breccia, e di nuovo ho dovuto fermarmi un poco, è stato uno stop di alcuni mesi, sono bastati, ho dovuto rallentare per forza dedicarmi a loro per come potevo aiutandoli un poco in casa, organizzando un pochino alcune cosette e sdrammatizzando un po’, provocando anche un po’ sfogarsi è in parte un modo comune di esprimersi, ed a volte fa bene; non è stato un periodo povero di pressioni ma anche quello è in parte passato

mi sono seduto un attimo, ho preso qualche giorno di tempo per riorganizzare le idee, mi sono detto “ricomincio da capo”, ovviamente quello studiato non viene effettivamente perso, viene rafforzato e migliorato, funziona così un po’ da collegamento a molti altri concetti e stili; ho deciso quindi di intraprendere un percorso della stessa classe di studi ma orientato sensibilmente in modo diverso, cambierò a breve, in settembre.

è stato in questa fase che ho ripensato a questo progetto, mi sono detto “sai cosa faccio? So che richiede un bel po’ di tempo, lo comincio adesso” ed eccoci qua…

+ Ringraziamenti:

Ringrazio i servizi sociali ed il servizio sanitario per tutta l’assistenza fornita in questo periodo, ringrazio anche l’associazione dei volontari ospedalieri che ci hanno dato la loro vicinanza , ringrazio anche tutti gli amici che sono stati presenti in questi mesi difficili, Grazie.

per curiosità e servizi aggiungo i seguenti link:

-AOUC Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi – Careggi University Hospital

-AOUP Azienda Ospedale Universitario di Pisana – University Hospital in Pisa

Regione Toscana

Studente Universitario…ed una prima idea di un progetto

ad ogni modo Iscrivendomi all’università ho comunque incontrato alcune difficoltà intrinseche, ho dovuto riprendere approfondimenti e tematiche, più e più volte, è stato comunque e senz’altro stimolante, ed è poi infine quello che mi ha solleticato nel tirar fuori questa idea dal mio cassetto, lì, diciamo figurativamente…in un armadietto polveroso del mio cervello da circa un triennio, lo ho pensato come un progetto evolutivo, da sviluppare pian piano nel corso degli anni e degli studi di laurea, è un progetto particolare per cui ho creduto importante un primo step , questo; lo ho pensato così conoscitivo e offrendolo in un poco di narrativa, aperto, per raccontare come spesso i meccanismi del nostro pensiero ad ogni svolta rifacciano incetta del proprio passato ,tanto per riproporre nuove idee.

Curiosità sull’immagine: +Info:

Ho scelto questa particolare immagine per rappresentare lo start dell’idea, così attraverso una nave che parte dal porto, non è un caso, l’ho voluta associare a Livorno alla sua storia navale alla presenza del porto, ed alle navi che spesso partono da lì per crociere e viaggi, è in quella città che ho ripreso gli studi, e forse non sai che spesso la Nave della Marina Militare Amerigo Vespucci fa proprio porto li in zona, è un icona della navigazione, bellissima ancora caratteristica con grandissime vele.

se vuoi saper qualcosa in più sul suo recente viaggio clicca qui.

UniversityProject.eu

Le basi del progetto… l’idea

Riordinando le idee ho pensato a questo nome, universityproject, ero seduto alla mia scrivania studiando matematica, dunque, capirete che pure io sono rimasto un minimo perplesso, stavo finendo una sessione e mi è proprio balenato in mente questo nome, mi sono detto “per questo progetto è perfetto!…E perchè non .eu?…Mi piace, sì lo farò .eu”.

Così ho cominciato pensando al logo ho deciso di dargli subito un identità renderlo più definito e passargli un pochino di caratterizzazione lo ho fatto interamente da solo ho buttato giù una prima bozza e la ho rimodellata e rimodellata un poco alla volta seguendo un po’ le mie emozioni e usando come direzione un logo snello ma personale e identitario.

lo ho fatto! e mi piace!

Logo UniversityProject.eu colori bianco arancio e nero sotto la scritta un cuore stilizzato con linee ovali di colore arancio alla sua destra un cerchio nero la scritta ombreggiata è centrata su di essi

ed ora non resta che vedere come andrà avanti la storia…

intanto… un saluto con il piacere di averti avuto come ospite e spero la lettura ti sia piaciuta.